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lunedì 5 novembre 2012

ARRESTATO DOPO TRE ANNI L'ASSASSINO DI NICOLA NAPPO, VITTIMA INNOCENTE


Dopo tre ani arrestato l’omicida di Nicola Nappo, un altro innocente ucciso senza un perché. L'obiettivo doveva essere un affiliato al clan camorristico dei “Giuliano-Fabbrocino”. Ed invece, nell'agguato di camorra, il 9 luglio del 2009, fu ucciso, Nicola Nappo. Aveva solo 23 anni. Per quell'omicidio i carabinieri di Torre Annunziata, la scorsa notte, hanno arrestato Antonio Cesarano, 32 anni, già noto alle forze dell'ordine ed elemento di spicco del clan camorristico dei «Sorrentino», attivo nell'area di Scafati (Salerno). Oltre alle indagini, centrale è stato il ruolo di un collaboratore di giustizia. Cesarano è ritenuto responsabile di omicidio e di detenzione e porto illegale di armi. Nel corso d'indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, i carabinieri hanno accertato che il 32enne pianificò e organizzò un agguato per uccidere un affiliato al gruppo camorristico dei «Giugliano-Fabbrocino», attivo nelle aree di Poggiomarino e Ottaviano, che doveva essere «severamente punito» perché aveva picchiato il figlio del capo clan dei “Sorrentino”. Invece nel mirino del killer, il 9 luglio 2009, a Poggiomarino, finì Nicola Nappo. Nell'agguato di Poggiomarino rimase ferita ad una gamba anche una ragazza di 18 anni che era legata sentimentalmente a quello che era il vero obiettivo dell'omicidio e che aveva una forte somiglianza fisica con la vittima.


«Questa vicenda dimostra che la procura e la polizia giudiziaria non dimenticano l'omicidio delle persone innocenti, ma continuano a indagare fino a quando il caso non è risolto». Lo ha detto il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, nel corso della conferenza stampa per l' arresto di Antonio Cesarano, il boss accusato di essere il mandante dell'omicidio di Nicola Nappo. Colangelo ha sottolineato le analogie tra l'uccisione di Nappo e quella di Pasquale Romano, il giovane recentemente assassinato per errore a Secondigliano. «Il nostro impegno per risolvere anche questo caso - ha detto ancora Colangelo - è fortissimo. Con l' operazione di oggi vogliamo dare un segnale di speranza ai familiari delle vittime innocenti». Il procuratore ha anche spiegato che spesso la collaborazione dei cittadini è scarsa o addirittura inesistente: «Ci sono casi in cui possiamo contare solo sulle nostre forze». Anche il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Minicucci, ha ribadito il massimo impegno per la soluzione dell'omicidio di Pasquale Romano e delle altre vittime innocenti di agguati di camorra.

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